Prof. Francesco Bruno, Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia
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Intervista al noto dermatologo milanese Prof. Francesco Bruno sulla Dermatite Seborroica.

Grazie al contributo del professor Francesco Bruno, dermatologo a Milano e Responsabile Dipartimento Acne e Disordini delle Ghiandole Sebacee ISPLAD, insieme con i dermatologi dell’ITALIAN ACNE BOARD, cerchiamo di capire che cos’è la dermatite seborroica e come si manifesta.

Una malattia della pelle caratterizzata da un aumento della produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee.
Categoria: Malattie dermatologiche
Sigla: DS


Che cos'è la Dermatite seborroica
Alla scoperta della dermatite seborroica
La dermatite seborroica è una malattia della pelle caratterizzata da un aumento della produzione di sebo (grasso) da parte delle ghiandole sebacee. Il sebo non svolge una funzione protettiva, anzi, se è in eccesso, provoca un’infiammazione, la cosiddetta dermatite. Si tratta di una condizione estremamente frequente, che interessa la maggior parte delle persone. La dermatite seborroica colpisce il cuoio capelluto, il viso e lo sterno (negli uomini). Per quanto riguarda il cuoio capelluto, la dermatite può essere grassa (forfora grassa) o secca (forfora secca), mentre sul viso si manifesta con un eritema, un arrossamento con desquamazione. L’insorgenza della malattia dipende dal posizionamento delle ghiandole, che si trovano in tutto il corpo, tranne nelle palme delle mani e dei piedi; in particolare la loro collocazione è legata alla presenza di peli: questo il motivo per cui la dermatite colpisce lo sterno maschile.

I sintomi con cui si manifesta questo tipo di dermatite sono tre: prurito, forfora e seborrea (cuoio capelluto grasso). Le cause possono essere di tipo costituzionale/ereditario: l’eccessivo funzionamento delle ghiandole dà luogo all’infiammazione; di tipo psicosomatico per cui lo stress aumenta la produzione di sebo, ma anche di tipo somatopsichico per cui le persone colpite dalla malattia sono afflitte anche da nervosismo e disagio (con conseguente aumento di produzione di sebo). Vanno scagionati gli alimenti grassi, che non hanno nulla a che vedere con la dermatite e gli ormoni.

Contrariamente a quanto si può ritenere, gli shampoo antiforfora sono la causa più frequente di dermatite seborroica, l’aggressività di questi prodotti acuisce la malattia. L’ideale è rivolgersi al dermatologo, che in seguito a una diagnosi, consiglierà e prescriverà gli shampoo più adatti. Questi prodotti ad hoc sono tutt’altro che aggressivi e spesso sono antimicotici per contrastare l’azione del pitirosporum, un fungo che si trova misto alla forfora.


La diffusione della dermatite seborroica
Grazie al contributo del professor Francesco Bruno e degli specialisti dell'Italian Acne Board, scopriamo la diffusione della dermatite seborroica.

Come spiega Giovanni Lo Scocco, Direttore Unità Operativa di Dermatologia Azienda USL 4, di Prato, la definizione delle caratteristiche epidemiologiche della dermatite seborroica è piuttosto problematica. Si tratta di una patologia piuttosto comune, ma non se ne conosce l'esatta prevalenza. In particolare, non sono definiti i confini tra dermatite seborroica del cuoio capelluto e la più comune forfora (Pityriasis capitis). Non è chiaro se quest’ultima è una forma minima di dermatite seborroica o se costituisce un’entità autonoma oppure se si tratta di una condizione parafisiologica.

La forfora è molto più comune e si ritiene interessi il 15-20% della popolazione. In ogni caso, quasi tutti gli individui, in qualche fase della loro vita, presentano le manifestazioni cliniche della dermatite.

La dermatite seborroica è più comune e leggermente più severa nel sesso maschile rispetto a quello femminile. La distribuzione geografica della malattia è molto ampia, la si riscontra in tutti i continenti e può colpire soggetti appartenenti a qualsiasi razza.

La patologia mostra spesso un andamento stagionale risultando più comune e, nei casi cronici, più severa, durante i mesi invernali. Diversi studi hanno segnalato un miglioramento della dermatite seborroica in seguito a esposizione solare; sono stati riportati, però, anche casi di dermatite al volto insorti in seguito a PUVA terapia. Anche l’umidità ambientale può influenzare il decorso della malattia che può, infatti, peggiorare soggiornando in stanze con ridotta umidità a causa del riscaldamento.

A parte la dermatite seborroica infantile, la malattia colpisce soprattutto adolescenti e giovani adulti (picco massimo d’espressione clinica intorno ai 40 anni d’età), quando le ghiandole sebacee sono al massimo livello di attività. In età pediatrica la frequenza della malattia è elevata nei primi mesi di vita per poi diminuire progressivamente e diventare molto bassa dopo i tre anni. Può essere poi riscontrata in forma meno severa, nelle persone anziane, specie se ammalate o costrette a letto.

La patologia presenta diverse comorbidità: è più comune nei pazienti con morbo di Parkinson, in quelli con disturbi dell’umore e neipazienti affetti da HIV. Vi sono studi che segnalano una maggiore frequenza della dermatite seborroica in caso di alcolismo, pancreatite cronica alcolica, epatite da virus C, ischemia miocardica, malassorbimento, obesità e varie neoplasie.

La presenza di questo tipo di dermatite è stata segnalata in pazienti con malattie genetiche, quali la sindrome di Down, la malattia di Hailey-Hailey e la sindrome cardio-faciocutanea.

La dermatite seborroica può insorgere in coincidenza di altre patologie dermatologiche e può associarsi a psoriasi.


La dermatite seborroica infantile

Grazie al contributo del professor Francesco Bruno e degli specialisti dell'Italian Acne Board, scopriamo cos'è la dermatite seborroica. In particolare, Iria Neri, Beatrice Raone e Annalisa Patrizi del Gruppo di Ricerca in Clinica Dermatologica Università di Bologna, affrontano la dermatite seborroica infantile.

La dermatite seborroica infantile (DSI) è una patologia frequente che si manifesta nei primi tre mesi di vita e in particolare tra la III e la VIII settimana. I dati relativi all’epidemiologia sono scarsi; maschi e femmine sembrano essere colpiti nella stessa misura e non sembra via sia un’ereditarietà della malattia.

Le cause della malattia non sono ancora note. Alcuni autori correlano la DSI all’attività degli ormoni androgeni trasmessi dalla madre al neonato per via transplacentare e di conseguenza considerano come dermatite seborroica solo i casi che si manifestano entro i 3 mesi di vita; mentre le forme che persistono andrebbero rivalutate sul piano diagnostico e inquadrate come manifestazioni precoci di psoriasi o forme iniziali di dermatite atopica. Un’aumentata attività delle ghiandole sebacee non può comunque essere l'unica causa, in quanto gli androgeni trasmessi dalla madre al neonato sono presenti sin dai primi giorni di vita, mentre la DSI si esprime clinicamente dalla terza o quarta settimana.

Tra i possibili fattori favorenti sono stati segnalati un deficit nella dieta materna di biotina, di zinco e un alterato metabolismo neonatale o una carenza di acidi grassi essenziali. Anche fattori locali quali topici occlusivi o indumenti, in grado di indurre ritenzione di sebo o aumento del sudore, potrebbero favorire l’insorgenza della DSI.

Le principali forme di DSI sono quattro: crosta lattea, crosta lattea con impegno delle pieghe, napkin psoriasis e forma eritrodermica desquamativa, detta anche malattia di Leiner. La crosta lattea si presenta con squame giallastre e untuose e si tratta di una variante scarsamente infiammatoria che colpisce il cuoio capelluto, ma che può interessare anche il volto (fronte, glabella e sopracciglia). La crosta lattea con impegno delle pieghe è caratterizzata dal coinvolgimento sia del cuoio capelluto e del volto, sia delle grandi pieghe, specie quelle inguinali, ascellari e del collo. La napkin psoriasis viene considerata da alcuni autori una variante di DSI, mentre da altri una forma di psoriasi del lattante. Inizialmente si ha il coinvolgimento dell’area gluteo-perineale coperta dal pannolino, con un quadro di semplice dermatite irritativa da contatto non responsiva ai trattamenti, che assume improvvisamente un aspetto congestionato con eritema rosso vivo accompagnato da lesioni a distanza di tipo psoriasico.

La diagnosi di DSI è generalmente clinica e solo raramente si ricorre alla biopsia cutanea. Non è sempre facile distinguere la dermatite seborroica da quella atopica, anche perché possono essere presenti contemporaneamente nello stesso paziente o la dermatite atopica può seguire una dermatite seborroica. Anche la diagnosi differenziale tra DSI e psoriasi può risultare assai difficile, in quanto in età neonatale e infantile la psoriasi coinvolge in genere le pieghe e l’area del pannolino.

La terapia è locale, in quanto l’evoluzione è solitamente autorisolutiva nell’arco di alcune settimane o mesi. A livello del cuoio capelluto gli oli emollienti o le emulsioni sono utili per allontanare le squame. Per le aree delle pieghe e per l’area del pannolino vengono impiegati blandi antisettici, antimicotici in latte o crema e paste all’ossido di zinco. La detersione può essere effettuata con detergenti oleosi e sono consigliati lavaggi frequenti. In caso di napkin psoriasis, sulle lesioni psoriasiche può essere di aiuto l’applicazione di creme emollienti e idratanti, così come di dermocosmeceutici ad azione anti-infiammatoria.


Diagnosi - Dermatite seborroica

Una corretta diagnosi differenziale
Grazie al contributo del professor Francesco Bruno e degli specialisti dell'Italian Acne Board, scopriamo cos'è la dermatite seborroica.

In particolare, Gabriella Fabbrocini, Sara Cacciapuoti e Francesco Pastore della Sezione di Dermatologia Clinica, Allergologica e Venereologica, Dipartimento di Patologia Sistematica, Università Federico II di Napoli, affrontano il tema della diagnosi differenziale.

La dermatite seborroica si pone in diagnosi differenziale con numerose malattie dermatologiche. Una corretta diagnosi differenziale si basa sulla capacità di cogliere piccole sfumature utili per un'attenta disamina delle ipotesi diagnostiche. La diagnosi è clinica.

L'errore più comunemente commesso nella diagnosi differenziale della dermatite seborroica è quello di definire un paziente comeseborroico sulla scorta della localizzazione tipica, dell'aspetto macroscopico delle lesioni e della notevole diffusione di questa patologia.

Sono però numerose le patologie dermatologiche che possono simulare una dermatite seborroica.

Le principali manifestazioni dermatologiche che vanno poste in diagnosi differenziale con la dermatite seborroica sono:

Dermatite atopica dell’adulto
- Rosacea
- Dermatite allergica da contatto
- Psoriasi
- Dermatite irritativa da contatto
Pemfigo eritematoso
- Dermatite nummulare
- Lupus eritematoso discoide
- Dermatite periorale
- Dermatomiosite
Pitiriasi rosea
- Paget extramammario
- Eritrasma
- Manifestazioni dermatologiche in corso di malattie gastrointestinali
- Candidosi cutanea


Cura e Terapia - Dermatite seborroica
La terapia topica
Grazie al contributo del professor Francesco Bruno e degli specialisti dell'Italian Acne Board, scopriamo cos'è la dermatite seborroica. In particolare, Nella Pulvirenti e Giuseppe Micali (Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Gaspare Rodolico U.O.C Dermatologia, Catania) spiegano come avviene la terapia.

In caso di dermatite seborroica localizzata al cuoio capelluto, la terapia topica rappresenta il trattamento d’elezione e si avvale dell’utilizzo di shampoo medicati e lozioni contenenti sostanze ad azione fungicida o fungistatica, cheratolitica e antinfiammatoria.

Nelle forme lievi e moderate di dermatite seborroica del volto e del tronco le opzioni disponibili  variano da detergenti a base di zinco-piritione fino a topici in gel, creme, schiume cutanee e lozioni.

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(Terapie e risultati descritti possono variare da paziente a paziente)
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