La giornalista Elena Cassin di Viversani intervista il Prof. Francesco Bruno, noto Dermatologo a Milano ed esperto di Acne. Foruncoli, pustole, piccole cisti si formano spesso sulla cute, non solo del volto e non solo nei giovani. A seconda dell’origine, vanno trattati in modo differente, ma sempre dal dermatologo.
La tua acne è diffusa sul corpo ma non sul viso?
Sì: probabilmente si tratta di acne inversa.
Questo tipo di acne nasce, come quella che colpisce il viso, dai comedoni cioè i punti neri (comedoni aperti) e i punti bianchi (comedoni chiusi), che quando si infiammano generano i brufoli. La differenza sta nelle zone colpite che escludono quasi del tutto la faccia, localizzandosi invece sotto le ascelle, sul cuoio capelluto, l’inguine, i glutei e i genitali. Possono colpire tutte queste aree (tetrade follicolare) o soltanto alcune, e di solito necessitano di una cura che deve essere prescritta dal dermatologo a base di isotretinoina.
Hai fistole nella zona del coccige, all’inguine e sui glutei?
Sì: potrebbe trattarsi di cisti pilonidali.
Questo tipo di acne inversa colpisce le zone del copro caratterizzate dalle pieghe e per questo più soggette a infezioni. Infatti, queste parti del corpo spesso sono ricettacolo di batteri e sono più soggette alla sudorazione, due condizioni che possono creare degli ascessi all’interno dei follicoli che danno luogo a delle fistole (sottili tunnel sotto la pelle dove si forma del pus) molto fastidiose. In questo caso non bisogna ricorrere al fai-da-te ma affidarsi a un dermatologo.
Sei stato a lungo al sole senza protezione?
Sì: potrebbe essere un’acne aestivales di Maiorca.
Questo tipo di acne prende il nome dall’Isola spagnola dove è stata diagnosticata la prima volta ad alcuni turisti svedesi che non erano abituati a raggi solari così intensi. Infatti, nasce proprio da un’eccessiva esposizione senza protezione ai raggi ultravioletti, e si manifesta sotto forma di tanti piccoli brufoli diffusi su tutto il corpo e in particolare sulle spalle, il petto e la schiena. Ciò succede perché i raggi ultravioletti provocano un ispessimento dell’epidermide e di conseguenza l’occlusione dei follicoli, che si infiammano e accumulano sebo al loro interno.
Stai facendo una cura con cortisone?
Sì: potrebbe essere un effetto collaterale.
Anche se il cortisone è uno dei più potenti antinfiammatori e in determinati casi viene utilizzato dai dermatologi per la cura di alcuni tipi di acne, potrebbe anche sortire l’effetto opposto. Infatti chi assume per un lungo periodo cortisone per bocca, ma anche sotto forma di crema per uso esterno, potrebbe vedere comparire un maggior numero di brufoli sia in viso sia sul corpo (in particolare nella zona del tronco, cioè torace e spalle). In questi casi è quindi meglio consultare un dermatologo che valuterà come intervenire.
Lavori con oli e lubrificanti industriali?
Sì: potrebbe essere acne professionale.
Chi per lavoro sta molte ore a stretto contatto con oli minerali, catrame e lubrificanti potrebbe nel tempo sviluppare un tipo di acne dovuta alla loro esposizione. Non è necessario che via sia un contatto diretto con queste sostanze perché anche se vengono inspirate, nel tempo, possono dare problemi. In particolare l’acne professionale si manifesta con la comparsa di papule o pustole rossastre, come eruzioni di comedoni o piccole cisti, su diverse parti dl corpo che devono essere curate da un dermatologo.
Se i brufoli non scompaiono o diventano invalidanti vai dal dermatologo.
A meno che si tratti di brufoli isolati o che compaiono una tantum, ma che poi spariscono da soli, in generale l’acne deve essere sempre curata da uno specialista. Infatti, le cause possono essere diverse e di conseguenza anche le cure. Inoltre, ci sono casi più rari per i quali questi brufoli possono essere anche il campanello d’allarme per problemi più seri come per esempio malattie delle ovaie o la sindrome di Cushing, che consiste in una eccessiva produzione di cortisone da parte del corpo.
Errori da non commettere.
Esistono un’infinità di leggende metropolitane riguardanti i brufoli per questo è bene evitare questi due errori:
Spremere i brufoli. Schiacciare i foruncoli peggiora l’infiammazione e si rischia anche si infettare il follicolo con la conseguenza formazione di pus. Inoltre, spesso si creano delle lesioni che possono lasciare una macchia più scura sulla pelle e in alcuni casi la cicatrice.
Utilizzare antibiotici. Spesso i brufoli si infettano e può sembrare che applicando creme con antibiotici possa essere d’aiuto. In realtà questa è una falsa credenza perché l’infezione batterica è una ‘complicanza’ e non la causa dei foruncoli, che al contrario nascono da un’iper-produzione di sebo. Per questo le cure più efficaci sono quelle che mirano a regolare la secrezione di sebo.
Servizio di Elena Cassin con la consulenza del professor Francesco Bruno, dermatologo a Milano esperto di acne e membro del Mediterranean Acne Board.