La giornalista Silvia Finazzi di Viversani e Belli intervista il dermatologo milanese Prof. Francesco Bruno fondatore dell’Isplad (Società internazionale di Dermatologia Plastica Estetica ed Oncologica), sull’effetto terapeutico delle radiazioni in medicina e in dermatologia.
In medicina, le radiazioni non sono impiegate solo nel settore diagnostico, per effettuare esami come Tac e radiografie. Possono essere usate anche per trattare varie malattie. Infatti, esistono diverse cure che impiegano questi mezzi. Ecco quali.
La radioterapia.
Per radioterapia si intende la cura delle malattie, principalmente tumori, mediante radiazioni, solitamente raggi X, radiazioni gamma e particelle cariche.
Tutte queste radiazioni trasportano energia alla massa tumorale, uccidendo le cellule neoplastiche e arrestando la crescita del tumore o eliminandolo.
Oggi esistono tecniche radioterapiche differenti. In tutti i casi, si utilizzano apparecchiature molto sofisticate, gestite tramite un computer. La persona viene fatta sistemare su queste apparecchiature, in posizioni prefissate, che consentono la irradiazione corretta del tumore. In genere deve rimanere immobile qualche minuto. Il numero delle sedute varia da caso a caso.
La fototerapia.
La fototerapia è una metodica che utilizza i raggi ultravioletti a banda stretta, alla lunghezza d’onda di 101 nm (narrow band), per curare alcune malattie della pelle, come la psoriasi, la dermatite atopica e la vitiligine.
Ma in che cosa consiste esattamente? In pratica, si espone la parte del corpo interessata dalla malattia a speciali lampade che emettono raggi ultravioletti.
Questi svolgono essenzialmente tre azioni: hanno effetto antinfiammatorio, favoriscono il ricambio della pelle e stimolano i melanociti (cellule della pelle) a produrre la melanina, la sostanza che conferisce il colore normale alla pelle.
Le sedute durano pochi minuti e devono essere eseguite esclusivamente da dermatologi specializzati, in strutture sanitarie attrezzate. Si tratta, comunque, di una metodica che non presenta effetti collaterali.
In genere, sono necessari più trattamenti: è il medico a stabilire quanti ne servono in base al caso specifico.
La PUVA terapia.
In campo dermatologico, per il trattamento di malattie come psoriasi, vitiligine, dermatite atopica, pitiriasi, è molto usata anche la PUVA terapia, che associa l’esposizione ai soli raggi UVA a una cura farmacologica.
Per prima cosa la persona viene invitata ad assumere farmaci specifici, detti psoraleni, che si trovano sotto forma di compresse o di crema e che amplificano l’effetto dei raggi.
Quindi, dopo pochi minuti, si espone la parte colpita dalla malattia a speciali lampade che emettono raggi UVA. Essi sono in grado di favorire il miglioramento dei sintomi.
Anche in questo caso possono essere necessarie più sedute (dipende da caso a caso). Solitamente questa cura è riservata agli individui con una malattia estesa, che necessita di una risposta rapida o che non risponde ad altri trattamenti.
La diatermocoagulazione a radiofrequenza (DCR).
Questa tecnica viene impiegata in presenza di macchie cutanee che compaiono con l’età o in seguito a un’esposizione solare prolungata nel tempo.
Si avvale dell’utilizzo di uno strumento elettrico che emana microonde ad alta frequenza: queste, indirizzate per pochi istanti nella zona interessata dall’inestetismo, sono in grado di bruciare la cute, che poi si stacca portando via con sé la macchiolina.
La DCR non è dolorosa e non richiede il ricorso ad anestesia: può essere effettuata nell’ambulatorio del medico in una o più sedute (a seconda dell’estensione dell’area da trattare). Può dare origine a modesti arrossamenti e crosticine che scompaiono da soli nel giro di qualche giorno.
Il laser.
La parola laser è un acronimo di light amplification by stimulated emission of radiation, ossia amplificazione della luce attraverso emissione stimolata di radiazioni. In pratica, è un dispositivo in grado di convogliare in uno spazio circoscritto una quantità elevata di energia e di calore sotto forma di radiazioni luminose.
Oggi, esistono moltissimi tipi diversi di laser, che differiscono fra loro per:
il mezzo che alimenta il laser, per esempio anidride carbonica, litio, argon, diodi, erbium.
la lunghezza d’onda che utilizzano, che li rende più adatti a determinati scopo piuttosto che altri. Occorre sapere, infatti, che ogni organo o tessuto contiene sostanze in grado di assorbire particolari lunghezze d’onda;
l’emissione della luce, che può essere continua, pulsata o superimpulsata ad altissima frequenza.
In quali casi.
La laserterapia ha moltissime applicazioni differenti: viene usata in oculistica per trattare i distacchi di retina, i difetti refrattivi e la cataratta; in chirurgia, in sostituzione del classico bisturi; in odontoiatria, per la chirurgia del tessuto osseo, delle mucose e delle gengive e la cura della carie, delle afte e dell’herpes labiale; per la riabilitazione e il trattamento delle malattie muscolo-scheletriche; in oncologia per incidere i tessuti, e asportare le lesioni; in dermatologia per la cura di alcuni disturbi vascolari, per incidere i tessuti, per il ringiovanimento facciale, per le cicatrici da acne e le smagliature.
In che cosa consiste.
In tutti i casi, le apparecchiature laser sono costituite da una piattaforma di dimensioni diverse dotata di una sorgente laser e di un display grazie al quale il medico può impostare potenza e durata. Il fascio di luce emesso viene convogliato in vari tipi di strumenti, come manipoli, bracci articolati, sorta di penne che, a seconda dei casi, possono essere messi direttamente a contatto con i tessuti o solo avvicinati.
In ogni caso, la luce emessa agisce in maniera selettiva sul punto o sui punti verso cui è indirizzata.
Ovviamente il tipo di anestesia, la durata del trattamento, il numero delle sedute, gli effetti post intervento variano in relazione alle singole situazioni.
Il laser frazionato.
Si tratta di un particolare tipo di laser che emette raggi infrarossi.
È in grado di stimolare i fibroblasti a produrre collagene, elastina e acido ialuronico, tre sostanze che hanno un effetto riparatore nei confronti delle cicatrici da acne, del melasma (macchie del viso) e delle rughe. Ecco perché, questo laser dà ottimi risultati nell’invecchiamento, nel fotoinvecchiamento del viso (photoaging), nelle smagliature e nelle cicatrici da acne.
È una tecnica indolore che non provoca ferite o escoriazioni, ma solo un arrossamento simile a quando ci si espone a una lampada UV, che dura da poche ore a un giorno.
Le terapie fisiche.
La laserterapia non è l’unica terapia fisica che si basa sull’utilizzo di radiazioni.
Esistono altri trattamenti fisioterapici effettuati mediante l’uso di strumenti e apparecchiature che emettono radiazioni e sono in grado di curare diverse problematiche di tipo muscolare e articolare. Per esempio, la ionoforesi, una metodica che permette di tonificare i tessuti e i muscoli grazie all’uso di onde elettriche che facilitano l’assorbimento cutaneo di sostanze medicamentose. Oppure le lampade a infrarossi, che usano i raggi infrarossi per favorire il rilassamento muscolare, combattere le sensazioni dolorose e contrastare le infiammazioni locali.
Quando la diagnosi diventa anche cura.
Le radiazioni sono uno degli elementi caratterizzanti dalla radiologia interventistica, la specialità medica che si avvale dell’impiego della diagnostica per immagini per effettuare varie procedure terapeutiche. I raggi, in pratica, guidano il medico: grazie a tecniche diagnostiche che emettono raggi X, come la TAC o l’angiografia, o altri tipi di radiazioni, come l’ecografia (che usa ultrasuoni), si riesce a visualizzare l’area interessata, e a intervenire in maniera mirata. Queste metodiche sono impiegate, per esempio, per eseguire angioplastiche, ossia dilatazioni dei vasi sanguigni ristretti, oppure per drenare degli ascessi o delle cisti.
Servizio di Silvia Finazzi.
Con la consulenza del Professor Francesco Bruno, Dermatologo a Milano, fondatore dell’Isplad (Società internazionale di Dermatologia Plastica Estetica ed Oncologica).