Il professor Francesco Bruno, medico chirurgo specialista in Dermatologia, Venereologia e cura dell’Acne, affronta per noi una delle malattie che più sconvolgono gli adolescenti e non solo: l’acne. Responsabile del Dipartimento Acne e Disordini delle Ghiandole Sebacee Isplad, membro de International Society of Plastic-Regenerative and Oncologic Dermatology, dell’Italian Acne Club, del Comitato Scientifico dell’Italian Acne Board e del Mediterranean Acne Board, egli ci fornisce informazioni sull’origine della malattia, su come affrontarla dal punto di vista medico, psicologico e comportamentale.
Con i suoi studi approfonditi sull’argomento, intende sfatare, una volta per tutte, luoghi comuni e false credenze che, molte volte, confondono le idee a coloro i quali soffrono di questa comune, quanto fastidiosa, malattia.
L’acne giovanile: quali sono i primi sintomi?
I primi sintomi, meglio definirli segni, sono certamente rappresentati dai comedoni o punti neri. L’esordio precede la prima mestruazione, il menarca, ed è caratterizzata dalla comparsa di punti neri sulla fronte: l’acne premenarca appunto. L’insorgenza dell’acne è però molto variabile: a 14 anni, come a 20, a 30 o 40 anni.
E’ vero che il cioccolato, gli insaccati, il latte e derivati provocano l’acne e che può dipendere anche da intolleranze alimentari?
E’ uno dei più comuni, e se mi consente, pericolosi luoghi comuni che circolano sull’acne. Chi ha l’acne può mangiare quello che più desidera: non ha nulla a che fare con gli alimenti. Circa la notizia che dipenda da allergie alimentari è una delle più grosse “bufale” che circolano da qualche anno a questa parte. Questa pericolosa moda è nata per il fiorire di test per le intolleranze che la medicina e Ministero della Salute, con una precisa nota, non riconosce come validi e affidabili, se non per biechi interessi commerciali, che poco hanno a che fare con la medicina seria.
Quali i primi fattori scatenanti?
Si è sempre detto che gli ormoni androgeni rivestono un importante ruolo nella modalità con cui ha origine l’acne, perché regolano la produzione della ghiandola sebacea, provocandone una maggiore stimolazione funzionale. Questo concetto è vero solo in parte. Si è purtroppo confusa l’acne come malattia o disfunzione ormonale, con l’utilizzo, spesso a sproposito, di ormoni antiandrogeni o estrogeni ad alto dosaggio, generando il triste concetto di “danno e beffa”: il miglioramento è modesto, la recidiva della malattia è frequente e gli effetti collaterali sono moltissimi. Gli androgeni sono solo uno dei tanti fattori scatenanti l’acne, ma il discorso diventerebbe troppo lungo e difficile.
Nell’insorgenza di questa malattia infiammatoria che ruolo riveste il fattore genetico?
Intanto sono molto contento che Lei la definisce malattia infiammatoria e non infettiva, come veniva erroneamente denominata in passato. Un concetto deve essere però chiaro: chi ha l’acne nasce con un preciso progetto iscritto geneticamente. L’acneico possiede una maggiore sensibilità recettoriale agli ormoni e ad altre sostanze endogene.
Quando è bene rivolgersi allo specialista per affrontare il problema? E la risoluzione può essere immediata e duratura?
E’ sempre bene rivolgersi allo specialista e la risoluzione immediata e duratura è dipendente dai casi. Immediata quasi mai, duratura, paradossalmente, nell’acne nodulo-cistica e nelle forme più severe di acne. In questi casi può oggi avere una guarigione definitiva sino al 95 per cento.
Qual è il decorso specifico dell’acne?
E’ molto variabile. Può durare pochi mesi, come vent’anni.
In che modo è possibile curare le cicatrici lasciate sulla pelle dalle forme più gravi di acne?
La terapia d’elezione, più efficace degli esiti cicatriziali, è rappresentata dal Laser Frazionato Palomar 1540. Questo tipo di Laser arriva ai piani profondi della pelle, stimola il collagene e l’elastina, riparando il danno delle cicatrici da acne.
E’ un laser non ablativo (non crea ferite o escoriazioni), provoca solo un eritema simile a quello che si ha dopo un’esposizione ad una lampada UV. La durata è di circa 48 ore. Il paziente può uscire e le donne possono truccarsi ed avere una normale vita lavorativa e relazionale. Si pratica una seduta al mese per un totale di sei sedute circa. Si può fare anche nel periodo estivo ed esporsi al sole con un opportuno schermo solare. La medicazione consiste nell’applicazione di una crema lenitiva/idratante. In alcuni casi si può avere un miglioramento delle cicatrici, sino al 90 per cento.
Quali consigli solitamente dà a chi ne è affetto in forma non grave per favorire la guarigione della pelle e combattere un eventuale peggioramento?
L’approccio base, più corretto, consiste in una corretta esfoliazione (peeling) della pelle per togliere i comedoni che sono ricettacolo di germi e diventano pustole (brufoli). Sconsiglio nella maniera più assoluta il “fai-da-te” con l’acquisto di prodotti consigliati dalle amiche o letti in pubblicità. Spesso si spende di più e non si risolve nulla. Chi ha l’acne, moderata o severa, deve rivolgersi allo specialista dermatologo.