La vitiligine: cause, sintomi e trattamento.
Cos'è la vitiligine?
La
vitiligine è una malattia caratterizzata dalla comparsa sulla pelle di macchie bianche carenti di pigmento. La colorazione della pelle (pigmento) è dovuta alla scarsa o mancata produzione della melanina da parte di cellule chiamate melanociti che nei soggetti affetti da vitiligine non sono più in grado di elaborarla.
La parola vitiligine deriva dal latino "vitium" (macchia, imperfezione, guasto), o da "vitelius", bianca come la carne di vitello.
Le cause della vitiligine.
A tutt’oggi non è conosciuta la causa della vitiligine, anche se si ipotizza che
fattori autoimmuni e predisposizione genetica influiscano sull'insorgere della malattia. In alcuni pazienti, la vitiligine è associata a malattie della tiroide; tuttavia, una cura della disfunzione tiroidea non ne garantisce un miglioramento.
È oramai accertata una causa
psicosomatica. Lo stress, il nervosismo, possono infatti peggiorare lo stato della patologia. Il sole, prima considerato causa di aggravamento della vitiligine, in certi casi può essere sfruttato come coadiuvante in alcuni trattamenti.
Quali sono le zone del corpo in cui si manifesta la vitiligine?
Non c’è zona del corpo che non possa essere colpita dalla vitiligine. Le chiazze sono spesso disposte in modo simmetrico. La vitiligine interessa prevalentemente le
zone del corpo intorno ad aperture (bocca, occhi, ano, genitali) e nella
zona periungueale (attorno alle unghie), e più in generale
viso,
collo,
mani,
avambracci e
inguine.
Cosa non fare in caso di vitiligine.
I pazienti affetti da vitiligine devono
evitare qualsiasi tipo di trauma fisico (grattamento, graffi, bruciature, ecc.). Difatti la vitiligine insorge sovente su ferite rimarginate di recente. Questo fenomeno è conosciuto col nome di
Isomorfismo reattivo di Koebner. Bisogna quindi evitare l’uso di manicure, piercing, tatuaggi, cerette a caldo ed ogni tipo di ferite sulla pelle.
La fototerapia: la cura per la vitiligine.
Oggi la terapia d’elezione nella vitiligine è considerata la fototerapia o raggi UVB a banda stretta (narrow band). Il termine “banda stretta” significa che la lunghezza d’onda dell’ultravioletto è limitato a 311 nm (nanometri), curativa della vitiligine.
Il paziente espone agli Ultravioletti le sedi da trattare, per pochissimo tempo (secondi o minuti), a seconda del fototipo (carnagione chiara o scura). La frequenza delle sedute varia da due a tre volte alla settimana. Il periodo di cura dipende dalla severità dei quadri clinici.
In genere è di circa tre mesi, seguito da sedute di mantenimento. I risultati sono variabili. In genere le lesioni del viso, specie le palpebre, rispondono in modo eccellente, con una percentuale di repigmentazione del 65%.
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La zona delle gambe può, in alcuni casi, essere resistente, 47 % (percentuale di repigmentazione). La comparsa di piccoli puntini scuri sulla macchia bianca, è un segno di riposta positiva alla terapia.
Il momento della prima visita ed un’accurata raccolta dell’anamnesi (storia clinica), è fondamentale per scegliere la migliore strategia terapeutica.
Ovviamente, sarà soltanto lo specialista dermatologo a scegliere questo. o altri tipi di trattamento. La fototerapia non presenta nessun effetto collaterale ma è un atto medico!
Deve essere praticata e gestita solo dallo specialista dermatologo. Le lampade ad ultravioletti "faidate" o i lettini UV dei centri estetici non hanno nulla a che fare con la fototerapia.
Terapie associate ed alternative.
In alcuni casi è utile associare alla fototerapia l’applicazione locale di creme a base di tracolimus o pimecrolimus. I corticosteroidi topici si possono associare alla vitamina H1 (acido paraminobenzoico) e al betacarotene. Fra gli integratori,